03 giugno, 2009

I prodigi di Gregorio di Tours

Gregorio di Tours (Clermont-Ferrand, 538-Tours, 594) è un religioso e scrittore francese. Fu vescovo di Tours dal 573. Autore di opere agiografiche (Liber in gloria martyrum, Liber in gloria confessorum etc.) è noto specialmente per la sua Historia Francorum (in dieci libri) che costituisce l'unica fonte per la conoscenza della storia francese in epoca merovingia. Sensibile al gusto del meraviglioso, lo celebrò negli Octo miraculorum libri. Il suo latino è vigoroso ed espressivo. Nell'VIII libro della Historia Francorum, Gregorio narra gli avvenimenti occorsi durante il regno di Childeberto II (sul trono dal 575, morto nel 596). Childeberto, per affermare la sua autorità regia, entrò in conflitto con l'aristocrazia dell'Austrasia, stretta intorno a Clotario II. Il sovrano condusse campagne contro gli Avari ed i Longobardi.

In un breve excursus, lo storiografo descrive dei prodigi che si manifestarono sotto il regno di Childeberto II. Sono per lo più fenomeni fortiani, ma un portento pare ascrivibile ad un avvistamento di oggetti volanti non identificati.

Così dipinge l'autore i meravigliosi fenomeni:

"Apparvero quindi molti prodigi. Infatti sulle anfore custodite nelle cantine delle case di campagna comparvero dei segni che in nessun modo poterono essere cancellati o abrasi... Nell'ottavo mese, dopo il periodo della vendemmia, si scorsero spuntare nuovi pampini e crescere grappoli deformi. [...] Nella regione settentrionale del cielo comparvero dei raggi. Alcuni asserivano di aver visto dei serpenti cadere dal cielo. Altri affermavano che una casa di campagna con le capanne circostanti e le persone che vi abitavano sparirono all'improvviso. Apparvero molti altri segni che sogliono preannunciare o la morte del re o calamità. In quell'anno la vendemmia fu scarsa, le piogge molto abbondanti ed i fiumi, a causa delle copiose precipitazioni, diventarono rapinosi".

E' difficile stabilire se i mirabilia, su cui indugia Gregorio di Tours, siano un tòpos letterario o se siano, invece, almeno in parte riferibili ad eventi realmente accaduti. I raggi nel firmamento potrebbero essere degli U.F.O., evocati con stupore e sgomento in altre cronache medievali? I segni apparsi sulle giare ricordano infestazioni e Poltergeist. I serpenti precipitati dal cielo richiamano alla mente le piogge di rane e di altri animali documentate dall'eccentrico giornalista statunitense, Charles Fort (1874-1932) nella sua celebre opera, Il libro dei dannati (1919). E' sbalorditiva la subitanea sparizione di una villa con i suoi abitanti.

Mancano altre testimonianze da incrociare con quella del vescovo di Tours per suffragare le mirabolanti notizie riportate nel passo sopra inserito: forse la sensibilità per il meraviglioso spinse lo scrittore ad impreziosire la sua opera con narrazioni straordinarie raccolte tra il popolo "superstizioso" o modellate su analoghe descrizioni reperite nelle fonti.

Comunque per coloro che sono appassionati di enigmi, i testi antichi e medievali riservano molte sorprese, sebbene non quanto i nostri attuali cieli e scenari. [1]


[1] Sul sito del giornalista Ivan Ceci (www.ivanceci.it/) un’interessante sezione è dedicata alla Clipeologia, la disciplina che studia presunti avvistamenti di U.F.O. e supposti contatti con esseri extraterrestri nel passato.



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4 commenti:

  1. Ciao Zret, passo da qui per un saluto veloce.
    Stare a contatto con la terra sta rendendomi più capace di ascoltare e meno attaccato all'esistenza. Sono tempi finali, saremo chiamati alla lotta anche se è difficile capire quale forma prenderà il combattimento. Mi preparo cercando di fare del dolore forza, spesso nelle notti che passo solo in collina mi metto a ridere sollecitato da non so quale forza, c'è un ché di ridicolo nel destino dell'uomo. Non ha torto Batman quando nel "Ritorno del cavaliere oscuro" dice che la notte è più fonda poco prima dell'alba. Fatti non fummo per viver come bruti, s'impugni il fuoco che agli dei fu rubato per ridcaldare i nostri cuori e si torni ad esser uomini, il resto verrà da sé.
    Non mi odiare, ma sei uno dei pochi ai quali posso raccontare quello che mi capita senza esser deriso come pazzo.
    Mi sembra di vivere dentro existence il film. L'altra sera ho visto uno strano insetto, sembrava un verme misto ad una lumaca. All'interno della coda aveva sei quadretti luminosi molto simili a led che emanavano luce verde non intermittente. Aderiva al muro con la pancia mentre rivolgeva verso l'alto la coda luminosa. Io e la mia compagna l'abbiamo subito bollato come alieno e ovviamente non l'abbiamo ucciso... tutto sommato una gitarella su un'astronave non ci dispiacerebbe e un impianto sottocutaneao sarà presto di moda. Sto cercando su internet ma non so che nome possa avere un simile insetto e ancora non ho trovato nulla.
    Ti saluto, vado a dormire che domani si torna tra i campi dove oltre agli alieni godo della compagnia di molti splendidi ramarri.
    Ciao e grazie per il tuo accurato lavoro.

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  2. Denis, un po' ti invidio. Sei lontano dai centri urbani, dalle città mefitiche e laide.

    Non sarà l'insetto che hai visto biotecnologico? Bisognerebbe chiedere ad un entomologo o a Paolo che è versato in moltissimi ambiti culturali. Tuttavia credo che Paolo sia impegnato, poiché da una decina di giorni non commenta più.

    Anni fa, d'estate vedevo dei ramarri che immobili si godevano il tepore della parete esterna, in attesa di qualche preda.

    Non so neanch'io in che cosa consisterà la lotta, ma temo che sarà impari, qualcosa di gladiatorio.

    Si vedono molti oggetti alieni, ma, come le stelle, sembra stiano a guardare.

    Tienici informati sulla tua vita bucolica.

    Ciao e grazie.

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  3. Volevo andare a letto ma non ho resistito sapendo che le tue risposte sono sempre rapide.
    L'aver abbandonato quelle terre per un decennio abbondante ha fatto sì che la natura se le riprendesse per intero. Si è creata una riserva che solo in parte ho disturbato. Infatti ho ripulito solo la cima della collina lasciando allo stato brado i due versanti che per un bel po' così resteranno. Non mancano nidi di uccelli e tane di volpi (una l'ho trovata morta probabilmente avvelenata e prontamente l'ho sepolta). Chasca, la mia cagna, passa del gran tempo a correre dietro al suo istinto venatorio stimolata dai leprotti che fuggono in ogni dove al suo passaggio. La mano venefica della Monsanto è ben evidente comunque, siamo lontani da un idillio bucolico. Le persone inoltre sono abbruttite come in città e davvero rari sono gli sguardi limpidi di chi non ha spento il proprio fuoco. A breve dovrei ricevere la visita dei ragazzi del fight club 2.0 con i quali sono entrato in contatto da poco tempo. Sto mettendocela tutta per creare una realtà aperta di scambio, rispetto e condivisione. L'imparità della lotta non mi spaventa, ho sempre cercato le difficoltà rifiutando comodi accordi. Una questione di dignità. Le immonde élite ricordano Achille nell'Ade; la differenza sta nel fatto che loro apprezzano essere principi nel regno dei morti mentre da queste parti si preferisce essere umili esseri viventi.
    Se senti Paolo prova a chiedere se è a conoscenza dell'esistenza di simili insetti... se ne vedrò altri magari ne catturerò uno anche se mi dispiace molto privare della libertà pure una macchina. Non siamo distanti e se vorrai concederti una pausa le porte del casolare saranno aperte anche se per ora regna il disordine (si sta per aprire il cantiere col quale ripareremo il tetto che ne ha un gran bisogno). Passo e chiudo, per un altro mese non avrò contatti telematici col mondo e, credimi, non ne sono affranto.
    Ciao!

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  4. Denis, purtroppo gli ambienti bucolici oggi giorno sono pieni di buchi. A volte mi inoltro un po' nell'entroterra e quello che pomposamente è definito Parco naturale di S. Romolo, è una selva di... antenne, con pini aggrediti dalla processionaria, larici ed abeti sofferenti, a causa soprattutto delle scie tossiche. Pochissimi i passeracei, le formiche paiono sparite, ma è sempre meglio della finta e plastificata città.

    E' vero: le immonde élites regnano sugli inferi e se ne compiacciono, ma per loro è tempo di precipitare nell'oblio.

    Chissà se un giorno vedremo una "nuova terra".

    Et in Arcadia ego.

    Spero di rileggere presto le tue cronache semi-agresti, Denis.

    Ciao

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