15 febbraio, 2009

Le Pleiadi: dal mito all'astronomia (prima parte)

Le Pleiadi, il magnifico diadema che adorna il firmamento notturno, si rinvengono nei seguenti manufatti e retaggi: nella pietra che è posta trasversalmente all’entrata del Dolmen di Monte Lungo (Cala Gonone – 2500 a.C. ca.); nel disco di Nebra (XVI a.C. ca.). Presso la tribù degli Aghin-Buriati della Mongolia, gli antenati provengono da questa costellazione. Figurano pure nella tradizione astronomica della Bulgaria (D. Kolev, 1997), in quella della Lituania (J. Vaiškūnas, 1997).

"In Mesopotamia le Atlantidi, già nel IV millennio a.C., indicavano l’inizio dell’aratura dei campi con il loro tramonto eliaco (mul-Mul).

Alle Pleiadi si accenna pure nel Popol Vuh dei Maya. Come scrive il ricercatore tedesco Ulrich Dopatka:

'Il Popol-Vuh dei Maya-quiché del Guatemala narra che 400 giovinetti celesti, insoddisfatti dei poco amichevoli rapporti con i terrestri (…), erano ritornati nel loro luogo d'origine, le Pleiadi.(…)'.

Una significativa traccia permane nella cultura del popolo asiatico degli Aghin-Buriati, etnia mongola stanziata sulle rive del lago Bajkal, la cui tradizione vuole che gli spiriti, prima di incarnarsi, si formino presso la costellazione delle Pleiadi, dove torneranno dopo la morte del corpo (D. De Toffol – D. Bellatalla, H. Kalweit).

Le leggende dei popoli preincaici raccontano di un lontano passato in cui dalle Pleiadi erano scesi gli dèi (Däniken, Erinnerungen, p. 90).

Secondo una saga degli Yakuti, il pianeta Venere è una vergine superba che ha le Pleiadi come amanti. Manilio, autore latino del I sec. a.C., nel suo arduo poema didascalico, intitolato Astronomica (V 140-144), associa l'ammasso stellare a Venere.

Quando il Toro a capo basso è spinto nel suo sorgere a rovescio,
al sesto suo grado, guida le sorelle Pleiadi
in gara di splendore. Sotto il loro influsso, vengono
alla luce vitale i seguaci di Bacco e di Venere,
spiriti folleggianti tra banchetti e festini.


Probabilmente la leggenda delle Pleiadi più famosa della tradizione appartenente ai nativi americani è la storia della Torre del Diavolo. In Wyoming, si trova una roccia vulcanica che la tribù locale dei Kiowa chiama Mateo Tepe. Si racconta che un tempo sette fanciulle si accamparono vicino al fiume in una regione nota per la presenza di un grande numero di orsi. Uno degli orsi cominciò ad inseguire le fanciulle che si inginocchiarono a pregare per chiedere aiuto agli dèi. Il terreno venne fatto salire sino al cielo. La fiera, tentando invano di seguirle, colpì con una zampata un fianco della roccia, lasciando una traccia visibile sulla Torre. Per proteggere le fanciulle, il Grande Spirito permise loro di restare in cielo come le sette sorelle, le Pleiadi.

Si ritiene che la Piramide del Sole a Teotihuacan, fuori da Città del Messico, sia in allineamento con le Pleiadi in quanto il suo lato occidentale e molte delle vie circostanti si rivolgono in direzione del tramonto delle Pleiadi alla mezzanotte della notte della loro massima altezza. Anche i Maya nutrivano un religioso rispetto per le Pleiadi e sapevano che nella zona di Chichen Itza, durante l’equinozio di primavera, il Sole proiettava un’ombra a forma di serpente sulla scalinata del lato nord della piramide di Kukulcan.

Gli antichi Egizi indicarono le Pleiadi come una divinità femminile, molto probabilmente Neith, la “madre divina”, oppure Hathor, che prese le sembianze di una mucca".

N.B.: le fonti del presente articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.



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