28 gennaio, 2007

La congiunzione Giove-Saturno (seconda parte)

Come premessa alla seconda parte di questo studio, riporto le glosse del colto e sensibile lettore Paolo, al fine di chiarire alcuni termini della questione, sebbene, come si vedrà, poco o punto influisce sulla tesi centrale, se la comunità di Qumran fosse composta da Esseni o da Enochiani. Fondamentale è, invece, per le ragioni che saranno illustrate, insistere sul dualismo del movimento.

"L'equazione resti di Qumran uguale monastero esseno venne formulata dal francescano padre Roland De Vaux nel 1951. Egli era allora a capo della Ecole Biblique di Gerusalemme ed aveva ottenuto dal governo istraeliano il permesso di scavare il sito di Khirbet Qumran, cosa che venne, però, fatta, per ovvi motivi, solo parzialmente.


L'equivalenza stabilita dal De Vaux, per quanto completamente gratuita, ebbe sicuramentete grande fortuna e tenne banco fino agli inizi della scorsa decade quando l'archeologo ebreo Normann Golb mise definitivamente in crisi, in un suo brillante studio, il teorema del padre francescano. In base alle scoperte di Golb non era più sostenibile l'affermazione secondo cui l'insediamento di Qumran era stato un cenobio esseno. I molti scavi fatti nel sito documentarono un cimitero che comprendeva ossa non soltanto di maschi adulti ma pure ossa appartenute a soggetti di sesso femminile nonché ossa di bambini. (...)

Che cosa rappresentava dunque l'insediamento i Qumran? Si è parlato di fortificazione militare come la più plausibile delle ipotesi ed ultimamente si è anche pensato ad una fucina, forse collaterale, di materiale fittile (vasi, anfore, giare e così via). E la presenza dei rotoli nelle grotte adiacenti allora come si giustificherebbe? Molto semplicemente si è ritenuto che tali rotoli provenissero dalle biblioteche della Palestina nel periodo della prima guerra giudaica, quella che condusse il generale Tito alla devastazione della nazione giudaica fino all'incendio finale del tempio di Gerusalemme. In altre parole, prevedendo il peggio, i pii Giudei tentarono di mettere in salvo il salvabile di quei testi nascondendoli nelle grotte adiacenti la fortezza di Qumran. La letteratura qumranita non presenta poi caratteristiche di assoluta omogeneità. Sì, è vero, troviamo in essa materiale attribuito alla setta essena, ma anche altro materiale di natura religiosa. In definitiva è possibile affermare che i cosiddetti esseni fecero parte di una corrente religiosa che un biblista nostrano come Gabriele Boccaccini ha più propriamente etichettato come Giudaismo Enochico, una corrente in buona parte eterodossa rispetto alla religione ufficiale ed essenzialmente intonata a valenze apocalittiche venate da un forte dualismo"
.

Lo studioso Gabriele Boccaccini offre un’innovativa visione dell’ideologia della setta di Qumran. Boccaccini oltrepassa l’ipotesi essena per individuare un nesso tra il Giudaismo enochiano ed il gruppo tradizionalmente noto come esseno. Attraverso un’approfondita analisi dei documenti reperiti a Qumran, l’autore arguisce che quella letteratura denota il nocciolo di un’antica e distinta varietà di Giudaismo del Secondo Tempio. Seguendo lo sviluppo di tale tradizione, Boccaccini dimostra che la comunità essena di Qumran fu l’esito di un movimento Enochiano, che in seguito contribuì alla nascita delle sette guidate dal Battista e dal Messia.

Occorre soffermarsi su una peculiarità degli Esseni (o di chi per loro): essi praticavano l'astrologia. Si stilava l'oroscopo di coloro che aspiravano ad entrare nella comunità, per stabilire se potevano essere ammessi. Per esempio, si legge in un rotolo di un tipo umano «le cui cosce sono lunghe e magre, come le sue membra. Il suo spirito (ruah) ha sei parti nella casa della luce e tre nella casa delle tenebre. Ed ecco il segno sotto cui quest'uomo nascerà: il tempo del Toro» (4Q 186). Si nota qui una dottrina della predestinazione astrologica: il bilancio fra le «parti di luce» e «di tenebra» era quello che determinava la salvezza o la condanna dell'individuo.

Credo che l’interesse dei Qumraniti per l’astrologia e la divinazione li distingua dalle numerose sette ebraiche, insieme con un altro tratto, sebbene non indiscusso, ossia la dottrina delle due figure messianiche, il Messia di Aronne ed il Messia di David, il primo sacerdotale ed il secondo regale.

Tale dottrina si rintraccia, secondo alcuni biblisti, soprattutto nei Testamenti dei XII patriarchi, una silloge di oracoli il cui nucleo più antico risale ad un periodo a cavallo tra I sec. a.C. e I sec. d.C. La raccolta subì poi vari rimaneggiamenti, con interpolazioni anche cristiane. In questi testamenti, alcuni eruditi hanno rinvenuto le due figure messianiche: un Messia sacerdotale della tribù di Levi, ed un Messia politico discendente dal re David. In Giubilei 31, 13-15, testo databile al 100 a.C. circa, figura una concezione affine. “Del resto – osserva Soggin – sarebbe pienamente logico che le imprese degli Asmonei che erano di stirpe sacerdotale e non davidica e dei quali veniva proprio per questo criticata l’assunzione del potere politico, avessero prodotto tutta una letteratura apologetica intesa a legittimare la loro ascesa anche al trono, salva restando la loro sostituzione in epoca escatologica col Messia di stirpe davidica. D’altra parte una lettura obiettiva, non prevenuta di questi testi mostra che non è assolutamente sicuro che in essi venga fatta menzione di due figure messianiche: infatti, a parte il carattere poco preciso della terminologia, sussisterebbe anche la possibilità che un unico personaggio avesse portato il doppio titolo di “Messia di Levi e di Giuda”. … Basti qui segnalare che la dottrina dei due poteri, quale la troviamo presso i due profeti che esercitarono il loro ministero tra gli anni 521-20 e 518-17, (Ruben 6,5-12, Levi 8, 14) … abbia continuato a vivere nella speranza di certi gruppi in Giudea fino alla fine del I millennio a. C. ed oltre”.

Chiosa ancora il semitista: “Da Zc 4, 11 (cfr alcuni libri apocalittici i quali annunciavano, sulla sua scorta la venuta di “due Unti”, il Sommo sacerdote ed il rampollo di stirpe davidica…), il gruppo esseno sembra prendere la speranza di una duplice figura messianica”.


Secondo uno dei maggiori esperti degli Esseni e di Cristianesimo delle origini, S. Scala, “la dottrina dei due Messia non solo è credibile, ma è certa ed avvalorata da più di un testo. Anzi, nella cosiddetta Cena degli ultimi tempi, il Messia sacerdotale di Aronne introduce ufficialmente e proclama il Messia di Davide alla comunità, durante una cena in cui questi divide il pane con il Messia di Davide, offrendoglielo per primo e beve con lui il vino non fermentato (gli Esseni, alla maniera dei Nazirei, non consumavano alcolici)”.


In 1Q S IX, 7,11 si leggono le seguenti parole: “Per quel che riguarda il diritto e le questioni attinenti alla proprietà, solo i figli di Aronne eserciteranno il potere. Dal loro giudizio dipenderanno la sorte, ogni questione attinente i membri della comunità ed i beni degli uomini santi che procedono secondo perfezione… finché giungeranno i Messia (plurale) di Aronne e di Israele”. Anche qui è palese il riferimento ai due inviati da YHWH.

Leggi qui la prima parte.

N.B. Le fonti dell'articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.

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