15 gennaio, 2006

Gli allori di Teodori

Qualche sera fa, è stato ospite dell’edizione serale di un “notiziario” televisivo, mandato in onda da un’ottima rete, quel luminare di Massimo Teodori. Il giornalista che leggeva le notizie, tra un servizio di regime e l’altro, traboccante delle solite colossali baggianate, poneva delle domande all’eccelso Teodori, che commentava con infinita sagacia i fatti del giorno.

L’illustre docente universitario - per chi non lo sapesse Teodori insegna (sic) Storia americana - si è esibito in valutazioni che, nel migliore dei casi, erano dei luoghi comuni, quando non denotavano incommensurabile superficialità, di fronte alla quale le pur misere “analisi” dell’anfitrione sembravano le sublimi elucubrazioni di un filosofo come Cioran.


Chi non ricorda i maldestri argomenti di Teodori per tentare di coonestare l’uso delle armi al fosforo a Falluja? Chi non ricorda i ridicoli, grotteschi tentativi con cui l’esimio professore ha provato a dimostrare che l’attentato del 9 11 fu ideato in una caverna dell’Afghanistan, come continuano a ripetere gli scemi, purtroppo assai numerosi, del villaggio globale?

Tuttavia l’egregio ex radicale, ex socialista, ex non so che cosa, non pago di aver brillato come una fulgidissima stella di prima grandezza in qualità di opinionista, ha voluto sfoggiare la sua perfetta padronanza della lingua italiana, che egli adopera con mirabile raffinatezza, tramite il seguente breve ma alato verso, declamato almeno due volte: “Penso che è…”


Si aggiunga quest’altro serto d’alloro sul venerando, augusto capo di Teodori. Gli si conferisca ipso facto la laurea honoris causa in Lettere.

Poveri noi e povero congiuntivo…

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