26 gennaio, 2006

Dalla parte di Federico

Quosque tandem?

Risale al 25 settembre dello scorso anno la morte in circostanze non ancora chiarite di Federico Aldrovandi, un giovane ferrarese di diciotto anni. La madre di Federico, cui esprimiamo la nostra totale solidarietà, da quel funesto giorno, sta strenuamente lottando per scoprire la verità su quanto accaduto: le responsabilità di alcuni agenti di polizia sembrano fuor di dubbio, anche se si teme che qualche magistrato, more solito, insabbi tutto. Alla fine trionferà la versione ufficiale: i “tutori dell’ordine” tentarono di fermare il ragazzo che dava in escandescenze ed era salito persino sul cofano della “volante”. Smanacciando e cadendo, si ferì. La morte sopraggiunse per le lesioni ed i traumi riportati.

Noi sappiamo che, nella stragrande maggioranza dei casi, le versioni ufficiali sono delle ignominiose, spudorate bugie, ma sappiamo pure che la visione manichea che distingue tra buoni e cattivi, tra forze dell’ordine e delinquenti in molti casi non ha alcuna ragione d’essere.

La dolorosissima vicenda è, in tal senso, istruttiva, perché dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che la brutalità non è una prerogativa dei fuorilegge. Infine, veramente ci fa sognare una società senza né gendarmi né ladri, senza “né santi né eroi”, soprattutto se i santi sono – ed è solo un esempio tra mille – come “Sant” ’Elena, la madre di Costantino, che istigò il figlio ad uccidere la moglie Fausta.

L'intera storia di Federico si può leggere visitando la seguente pagina personale:

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