03 novembre, 2005

L'"ira" dell'Iran

Il neo-presidente dell’Iran, qualche giorno addietro, ha fatto delle veementi dichiarazioni, avventurandosi ad affermare che lo stato d’Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche. Le infiammate filippiche contro i Sionisti hanno subito suscitato indignate proteste nel mondo occidentale. Un “giornalista” italiano di notevole peso, direttore di un quotidiano molto obiettivo, ha promosso una manifestazione a favore del diritto d’Israele ad esistere. A questa iniziativa hanno aderito quasi tutte le forze “politiche” nazionali.

Peccato che tutto ciò sia una pantomima…

L’attuale presidente dello stato medio-orientale, già coinvolto nella losca vicenda dell’attacco all’ambasciata degli Stati Uniti, durante la presidenza Carter, attacco che portò alla presa in ostaggio di cittadini statunitensi, se non è un agente della CIA, è, per lo meno, un infiltrato. Egli istiga una popolazione sciita incline all’esaltazione fanatica. Tuttavia, fingendo di lottare con vigore contro il Sionismo, sta in realtà consapevolmente offrendo il pretesto alla comunità internazionale, in primis ai paladini della democrazia e della libertà, ossia gli U.S.A., per scatenare un’offensiva militare con il falso scopo di eliminare una minaccia per gli equilibri non solo della regione, ma anche del pianeta.

È evidente che Ahmadinejan sta recitando una parte e la sta recitando molto bene, se la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, dei pennivendoli, dei commentatori politici ha, ancora una volta, abboccato. Anche molti altri uomini politici sostengono il loro ruolo, mentre il pubblico scambia per realtà una macabra finzione.
Non resta che assistere ai prossimi atti del dramma: il testo prevede una tensione viepiù crescente, con U.S.A. ed Unione europea che esercitano pressioni affinché l’Iran rinunci al suo programma nucleare, un irrigidimento del paese a maggioranza sciita, alcune risoluzioni dell’O.N.U… Gli altri atti e l’epilogo si possono facilmente immaginare.

Questi drammaturghi non hanno neanche fantasia: la tragedia con protagonista l’Iran mi ricorda tanto quella con al centro l’Iraq.

Timeo Danaos et dona ferentes, ossia “Temo i Greci anche quando portano doni”. Così un accorato Laocoonte ammonisce i Troiani che vogliono introdurre il cavallo di legno nella città.

Il diabolico piano ideato dalla sinarchia, il governo occulto con ramificazioni in quasi tutti i paesi del mondo, potrebbe essere definito operazione “cavallo di Troia”.
Gli Iraniani, senza accorgersene, hanno già condotto il cavallo all’interno della rocca.

2 commenti:

  1. ogni anno in iran si celebra con le medesime frasi e i medesimi riti l'odio verso israele e la celebrazione della rivoluzione..(la cacciata dello scia e dello sponsor americano) quest'anno certe dichiarazioni meritano eco giornalistica per i soliti interessi che fanno comodo alle elite sia iraniane sia dei cosidetti alleati, peccato che a pagare siamo sempre noi poveracci che in guerra ci rimettiamo soldi e vita e questi invece si arricchiscono arricchiscono arricchiscono sui corpi di altri esseri umani. Non centra la religione ne il petrolio ne le economie mondiali, e che alla guida degli stati piu' potenti del pianeta governano ormai e da molto solamente dei mafiosi.

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  2. Concordo completamente. L'analisi è lucida. Sì, a governare sono dei mafiosi.

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