04 agosto, 2005

La Pera cotta

Absit iniuria verbis, ovvero sia lontana ogni eventuale intenzione di offendere dalle parole.

Mi sembra che il Presidente del Senato sia la quintessenza del politico italiano di questi ultimi decenni. Certo, scrivere a proposito del nulla che la classe dirigente italiana incarna non è facile, ma ci proverò. Dicevo di Pera: non conosco quale sia il suo passato, quali siano le credenziali che può vantare né m’interessano; fatto sta che un giorno questo frutto maturo è caduto sulla poltrona più importante del Senato e lì è rimasto. Da allora ogni tanto la seconda carica dello stato pronuncia un sermone, redarguisce qualche monello, rilascia illuminanti interviste. Forse nel tempo libero scrive dei libri, perché, se non è un filosofo come l’onorevole Buttiglione, sarà almeno un opinionista.

Il ritratto del senatore Pera e, per analogia, quello dei suoi colleghi, a questo punto è completo. Se si pensa quanto costa alla collettività questa classe politica... Col rischio di essere tacciato di qualunquismo, mi arrischio ad elogiare Platone. Il filosofo (lui sì), nell’opera intitolata La repubblica, sostiene la necessità che i reggitori dello stato non possiedano niente, neppure una famiglia, affinché si dedichino soltanto al bene dei cittadini ed amministrino la cosa pubblica, senza lasciarsi né sedurre dal luccichio dell’oro né tentare dal nepotismo. Tant’è... Era ed è un’utopia.

Allora, visto che questi soloni sono remunerati per parlare o sproloquiare, si limitino ad affidare al vento le loro vane parole, cioè evitino di scrivere. Saremmo infinitamente grati per questa nobile dimostrazione di ascesi. Chi non ricorda, infatti, quei vari esponenti di partito che ci hanno torturato con saggi, memorie, libri di cronache parlamentari? Come se non bastasse, poi, ecco un nugolo di giornalisti che si accapigliano per scrivere le prefazioni di quelle funeste opere o che sciamano, esibendo il loro servilismo, attorno al politico-scrittore di turno, quando il saggio viene presentato al pubblico e alla stampa.

Ovviamente l’accorata preghiera è rivolta anche all’egregio senatore Pera: non vorrei che qualche Vespa, attratta dall’odore zuccherino, si avvicinasse troppo.

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